Dopo ore davanti al pc, fogli sparsi qua e là, caldo infernale, finalmente riusciamo a concludere il nostro bel testo; “aah che sollievo”, pensiamo, “finalmente posso uscire o dedicarmi ad altro”…se vi dicessi  invece che il lavoro è ancora lungo? Non guardatemi male, intendo solo dire che una volta finita la scrittura del testo, l’opera non è conclusa. Manca l’ultima e fondamentale fase, ossia la revisione finale.

Tenete conto che il più delle volte alla prima stesura non si ha nemmeno un testo “decente”; è molto difficile che di getto si ottenga un buon testo. Non si tratta solo di correggere gli errori ortografici, ma anche di riorganizzare il testo in relazione all’utente per cui è destinato, eliminare i refusi, magari riscrivere alcune parti.

Basti pensare che esiste una figura professionale apposita per tutto ciò, ossia il redattore editoriale. Il suo compito in sintesi è quello di avvalorare le parti migliori del testo e correggere quelle peggiori; va da sé che nessuna modifica può essere effettuata senza il consenso dell’autore.

Comunque, visto che non abbiamo un redattore editoriale che lavori per noi, conviene imparare quali sono le tecniche di revisione più semplici ed efficaci.

Preparazione alla revisione

Bisogna innanzitutto precisare che spesso coloro per cui scriviamo impongono delle cosiddette norme editoriali, ossia un insieme di regole stilistiche  da seguire, ad esempio come e quando utilizzare il grassetto e il corsivo, come riportare i dialoghi, se e come utilizzare la “d” eufonica ecc. Queste regole vengono raccolte in un documento che ogni autore può richiedere all’inizio della collaborazione.

Premesso ciò, vediamo quali sono i consigli per prepararsi a una revisione efficace:

  • Dimenticate il computer: è difficile fare una buona revisione con una mano sul mouse e il testo che si muove sullo schermo. Molto meglio stampare il documento, segnare le correzioni a penna e solo all’ultimo ritornare al file.
  • Lasciate “riposare” il testo per almeno 24h: occorrono mente e occhi freschi.
  • Immedesimarsi nel lettore: bisogna rileggere con il massimo spirito critico, cercando di dare risposta ad ogni domanda che viene in mente, senza trascurare ciò che non convince.
  • Fare leggere a più persone: avere l’opinione di più estranei è molto utile, sia per trovare errori tecnici, sia per migliorare le struttura e lo stile dei contenuti.

La tecnica “a strati”

La tecnica di revisione più sicura ed efficace è quella cosiddetta “a strati”, ossia una rilettura per ogni tipo di errore o di problema. Per intenderci: se si rilegge prestando attenzione solo ai contenuti, facilmente sfuggiranno i refusi. Di contro, una rilettura puramente formale può far perdere di vista la coerenza generale del documento.

Vediamo quali fasi compongono una buona revisione a strati:

  • Controllo grammaticale e della punteggiatura: ad ogni minimo dubbio va consultato un dizionario. È in questa fase che è molto prezioso l’aiuto di una terza persona, ricordiamo che chi ha scritto il testo è il peggior correttore di sé stesso.
  • Controllo dei contenuti: in questa fase è bene rileggere il documento tutto d’un fiato per avere un’idea della coerenza complessiva. Questa lettura va fatta con calma e ad alta voce: il ritmo delle frasi è importante, e spesso alcuni errori logici saltano più all’orecchio che all’occhio.

  • Miglioramento dello stile: comprende il dedicarsi allo stile e agli aspetti formali, come le proprietà del linguaggio, eliminazione delle ripetizioni, appropriatezza delle singole parole, scorrevolezza del testo: bisogna snellire il testo al meglio, semplificando le frasi più contorte e togliendo quelle ridondanti. Bisogna ricordare che, se una cosa si può dire con meno parole, bisogna dirla con meno parole (a tal proposito ho letto una bellissima frase sul blog di un curatore editoriale: “la perfezione si ottiene non quando non c’è nient’altro da aggiungere, bensì quando non c’è più niente da togliere“)!
  • Controllo delle fonti: sopratutto se si sta redigendo un articolo tecnico, bisogna prestare molta attenzione alle fonti: niente dev’essere riportato senza citare l’autore, e ogni riferimento bibliografico deve essere presente nel testo (succede soprattutto dopo aver tagliato alcune parti in seguito alla revisione).
  • Controllo finale di qualità: in quest’ultima fase si fa a “ricercare il pelo nell’uovo”: concordanza tra paragrafo e sottotitolo, concordanza indice-testo, i numeri delle pagine, coppie di parentesi, virgolette o trattini ecc.

Se avete seguito tutte queste regole, potete dire che il vostro lavoro è formalmente corretto, e potete procedere con la consegna. In caso contrario o se avete ancora dei dubbi…occhio!

Non mi resta che augurarvi buona scrittura. Alla prossima!