Uno degli aspetti che provoca più stress in un ambiente di lavoro è sicuramente il rapporto con i colleghi. Appena firmato un nuovo contratto, dopo l’entusiamo iniziale, subentrano mille preoccupazioni: “Sarò all’altezza?” “Il mio capo sarà soddisfatto?” e poi…“Chissà se mi troverò bene con i colleghi…”.
La soluzione ai primi due quesiti è molto semplice, o almeno, se il periodo di prova è stato superato e il contratto confermato, sostanzialmente la risposta è “Sì”! Ma avere un buon posto di lavoro, con tutti i benefit del mondo, ma in un ambiente “tossico”, ahimè può essere davvero frustrante e avere serie influenze sulla nostra vita privata.

Cosa si intende per “ambiente di lavoro tossico”?

Un ambiente di lavoro che si può definire tossico, sostanzialmente ha queste caratteristiche:

  • Quando c’è un problema, si cercano colpevoli e non soluzioni;
  • Esistono regole che non vengono mai rispettate, o comunque non da tutti;
  • Tutti sono sempre di cattivo umore;
  • Circolano voci e pettegolezzi;
  • Non ci sono obiettivi precisi;
  • Il lavoro di quadra non esiste;
  • Scarsa comunicazione;
  • La disorganizzazione regna sovrana.

Si può porre rimedio?

Per quanto riguarda l’organizzazione aziendale, esistono figure professionali come i consulenti aziendali che sicuramente sanno meglio di me come operare, pertanto non voglio mettermi a disquisire su argomenti che non conosco bene. Inoltre, queste sono decisioni che spettano ai “piani alti dell’azienda”.

Noi poveri inferiori – per citare Fantozzi – oltre a cercare di fare il nostro meglio per essere più produttivi possibile, ovviamente, abbiamo anche il dovere di rendere il più vivibile possibile il nostro ambiente di lavoro e cercare di mantenere un buon rapporto con i colleghi. Nel raggiungimento di questo obiettivo, può tornarci molto utile uno stile di comunicazione assertivo.

Cos’è la comunicazione assertiva

In generale, la gestione di un conflitto può seguire tre percorsi:

  • Io vinco, tu perdi: tu sei aggressivo, l’altro è passivo e non soddisfatto, cresce il rancore.
  • Io perdo, tu vinci: tu sei passivo, accetti e subisci la volontà degli altri, ma per quieto vivere neghi i tuoi bisogni.
  • Io vinco, tu vinci: dichiariamo apertamente i nostri bisogni e cerchiamo una soluzione creativa e condivisa.

È evidente che il terzo percorso sia il più auspicabile. Per far sì che si verifichi, dobbiamo essere assertivi, ossia:

  • Essere attenti sia a sè stessi che agli altri;
  • Essere propositivi, esprimendosi liberamente;
  • Affrontare le critiche;
  • Affermare le proprie convinzioni;
  • Assumersi responsabilità;
  • Saper ascoltare gli altri;
  • Ammettere i propri errori;
  • Rispettare i propri diritti e quelli altrui.

Facciamo un esempio banale. Bisogna riordinare l’ufficio, e c’è una grossa pila di faldoni da sistemare.

Paolo dice: “Per favore sti faldoni teneteli più alla larga possibile da me, sono stufo di averli sempre in mezzo ai piedi!!”. Questo è uno stile di comunicazione aggressivo, in quanto tiene conto solo del proprio punto di vista trascurando completamente i bisogni degli altri colleghi.

Carlo dice: “I faldoni metteteli pure dove volete, io mi adeguo…”. Questo è uno stile di comunicazione passivo, il timore di causare dei conflitti mette in secondo piano i propri bisogni, correndo il rischio di risultare frustrato e insoddisfatto.

Giovanni dice: “Allora, questi faldoni cerchiamo di posizionarli in modo tale che non diano fastidio a nessuno. Purtroppo lo spazio disponibile è poco, e dobbiamo cercare di ottimizzarlo al meglio. Che ne dite se ne metto alcuni tra le nostre scrivanie e altri sul mobile dietro? Così abbiamo sufficiente spazio per muoverci e non danno idea di disordine”. Questo è uno stile assertivo, infatti è propositivo, prende in considerazione le esigenze di tutti, non entra in conflitto ed è disponibile al confronto.

Premettendo che è facile predicare bene e razzolare male – ebbene sì, pur sapendo benissimo queste cose, anche io non sono esente da errori! – credo che un ambiente di lavoro sereno possa influire molto positivamente anche sul proprio rendimento. Pertanto, compatibilmente con le caratteristiche caratteriali proprie e altrui, avere un buon rapporto e una buona comunicazione con i colleghi (ricordiamoci che sono pur sempre le persone con cui trascorriamo più tempo durante la giornata, più che con la nostra famiglia!) non può che essere una risorsa.